giovedì 4 settembre 2008

Singularity

Questo pomeriggio ho imparato un nuovo termine in inglese :

Technological Singularity

Da buon fan di SF avevo un minimo di infarinatura sul concetto di singularity in fisica ovvero "un punto dello spaziotempo in cui il campo gravitazionale ha un valore infinito." (citazione dalla definizione di wikipedia). Da quanto ho capito, il concetto di singolarità non puo' essere correttamente spiegato dalle leggi della fisica attuale.

Si parla di singolarità tecnologica per intendere un punto dello sviluppo di una civiltà in cui una scoperta tecnologica senza precedenti ha delle conseguenze che sono imprevedibili per gli uomini dell'epoca. Nel corso dell'evoluzione della civiltà umana ci siamo trovati di fronte a diverse singolarità tecnologiche come ad esempio la rivoluzione industriale, la scoperta dell'elettricità, del DNA.

Una possibile singolarità tecnologica futura, sempre che si possano davvero prevedere tali eventi, è la creazione di una macchina dotata di intelligenza capace di automigliorarsi e creare quindi a sua volta delle macchine ancora più intelligenti, entrando così in un circolo vizioso le cui conseguenze sono imprevisibili.

Sulla pagina inglese di wikipedia dedicata al termine technological singularity, è repertoriato un link alla pagina del Singularity Institute for Artificial Intelligence, un istituzione che ha diversi obiettivi, tra cui la previsione delle eventuali conseguenze della creazione di un'intelligenza artificiale. Ho cominciato giusto a leggere la parte introduttiva sulla definizione di singolarità e sul perché è giusto considerare tale eventualità.

Sono arrivato a questa pagina partendo dalla mia solita capatina nei siti di news di tecnologia informatica, nella fattispecie un articolo di hwupgrade.it sull'ultimo Intel Developement Forum, in cui si discute tra le altre cose degli avanzamenti della ricerca informatica sulle tecnologie dei prossimi anni. Uno dei campi di ricerca attuali è sui cosiddetti catoms, ovvero Claytronics Atoms che puo' essere tradotto (riprendendo i termini dell'autore dell'articolo) come "atomi di argilla elettronica". I catoms sono delle nanomacchine capaci di prendere la forma, una volta assemblati in grande quantità, di un qualunque oggetto reale. Queste riproduzioni della realtà potranno essere programmate per riprodurre l'aspetto, la funzione, il comportamento di oggetti... o persone e di conseguenza sarà possibile interagire con esse come se fossero realmente gli oggetti che replicano.

Certi esempi sono sconcertanti, mi ha davvero sconvolto rendermi conto di leggere del materiale scientifico e non fantascientifico. Si parte dal semplice oggetto comune, come una scala che si puo' trasformare in barella, o un estintore che diventa una vanga se necessario, fino ad arrivare ad un dottore virtuale a casa di un paziente, che sia capace di mimare i gesti di un dottore in carne ed ossa restando comodamente nel suo ambulatorio.

Lo stato attuale di queste ricerche, effettuate all'Università di Carnegie Mellon, è la creazione di catom "bidimensionali" (credo si riferisca al fatto che l'interazione avviene solo in due dimensioni) di 44 mm di diametro, ricoperti di elettromagneti che permettono l'attrazione reciproca e una sorta di movimento globale.

Affascinante, no?